giovedì 22 novembre 2007

SANDRI UN MORTO PER IL CALCIO


DOBBIAMO SALVARE IL CALCIO DALLO SBANDO TOTALE!!!!!!!!


Annozero: «Gabriele Sandri aveva pietre in tascaI laziali hanno aggredito gli juventini»L'accusa per il poliziotto è omicidio volontarioL'indagato si difende: «Non ho preso la mira»

AREZZO (15 novembre) - È accusato di omicidio volontario l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, indagato per la morte del tifoso laziale Gabriele Sandri, avvenuta domenica mattina sull' A1 vicino ad Arezzo. Lo ha detto l'avvocato Francesco Molino, difensore dell'agente.

Agguato agli juventini. Gli investigatori e il magistrato inquirente intanto hanno fatto luce sulle fasi che portarono domenica scorsa all'uccisione del giovane tifoso laziale. Sono stati ricostruiti dalle indagini i momenti di quello che viene considerato dagli inquirenti come un vero e proprio agguato teso dal gruppo di tifosi laziali agli juventini, in transito sullo stesso tratto autostradale. Gli sviluppi sarebbero stati resi possibili grazie alle numerose testimonianze rese non solo dai protagonisti, ma anche dai presenti poco dopo le 9 del mattino di domenica alla stazione di servizio di Badia al Pino.Almeno otto tifosi laziali con il volto coperto avrebbero atteso l'arrivo della Mercedes alla stazione di Badia al Pino e con cinghie, biglie e ombrelli si sarebbero scagliati contro gli juventini (sul luogo la polizia scientifica ha trovato anche due coltelli a serramanico).

Sandri aveva sassi nelle tasche Nelle tasche del tifoso laziale ucciso, al momento dell'ispezione del corpo prima dell'autopsia, sono state trovate delle pietre. Lo ha affermato Sandro Ruotolo, fornendo questo inedito elemento a sostegno della ricostruzione che ha fatto durante la trasmissione "Annozero" di quel che è accaduto domenica mattina sulla piazzola dell'A1. Più che una rissa, un agguato, fatto da Sandri ed i suoi quattro compagni e da altri cinque tifosi laziali che viaggiavano su una Clio (tra loro anche una donna). I nove, sempre secondo la ricostruzione data da Annozero, viaggiavano insieme e nello stesso momento hanno parcheggiato su quella piazzola, distante dal bar davanti al quale si era fermata la Mercedes con cinque tifosi juventini, probabilmente già individuati lungo la strada per giubbotti ed altri segni distintivi della loro squadra del cuore. I nove laziali, i volti coperti da sciarpe e cappucci, avrebbero atteso fuori dal bar gli juventini e quando tre di loro sono usciti li avrebbero aggrediti. La pattuglia della stradale -sempre secondo questa ricostruzione- era sulla piazzola dal lato opposto dell'autostrada e stava verbalizzando alcuni esponenti di un centro sociale. Sentendo le grida gli agenti hanno acceso la sirena della loro auto. I tre juventini sarebbero risaliti in macchina mentre gli aggressori continuavano a tempestare l'auto con sassi, colpi di ombrello... Gli altri due juventini sarebbero usciti dal bar e saliti in auto e la Mercedes si sarebbe allontanata. Subito dopo sarebbe ripartita la Clio con i alcuni tifosi laziali. Infine sarebbero risaliti in auto anche Sandri ed i suoi compagni. Nel frattempo -sempre secondo quanto ricostruito da Annozero - l'agente avrebbe sparato il primo colpo (in aria o forse a terra, è stato detto) e quindi il secondo che ha raggiunto ed ucciso Sandri. Ruotolo ha ricordato che sul luogo sono stati recuperati coltelli, ombrelli spaccati, sassi e biglie. Nelle tasche di Gabriele, ormai morto, due sassi.


Il procuratore: i coltelli erano degli amici di Sandri. «I coltelli, gli ombrelli e il mezzo ombrello rotto» trovati nell'area di servizio dove domenica scorsa è morto Gabriele «erano degli occupanti della macchina della vittima». Lo ha spiegato il procuratore capo di Arezzo, Ennio Di Cicco in una conferenza stampa con i giornalisti in cui ha fornito alcuni elementi dell'indagine. Di Cicco ha spiegato che i quattro tifosi laziali che domenica erano assieme a Sandri sono accusati di porto d'oggetti atti a offendere «ed eventualmente lesioni, ma questo lo devo ancora verificare». Di Cicco ha poi spiegato che nell'area di servizio c'erano tre auto e due gruppi di tifosi, uno laziale e l'altro juventino. A chi gli chiedeva se durante la zuffa le vittime siano stati gli juventini, il procuratore ha risposto: «sembrerebbe».Di Cicco ha quindi spiegato che i tifosi della Juventus - che sono stati o che saranno identificati - erano arrivati a bordo di una Clio e di una Mercedes, mentre i tifosi della Lazio si trovavano sulla Megane. «Hanno colluttato fra di loro - ha spiegato il procuratore - questo è un dato di fatto». Quindi, rispondendo ai giornalisti, ha detto di non sapere se Gabriele abbia «partecipato alla zuffa. E anche in quel caso, che importanza avrebbe?». Di Cicco ha quindi spiegato che quello relativo alla zuffa è un filone di indagine «che potrebbe essere stralciato. Sono episodi collaterali: una cosa è l'omicidio, una cosa sono le colluttazioni fra i tifosi».


«Ha sparato ad altezza d'uomo, atto imperdonabile». «Le esigenze di custodia cautelare non sussistono. Dove sta il pericolo di reiterazione e il pericolo di fuga?». Con queste parole il procuratore capo di Arezzo ha poi escluso la possibilità dell'arresto Spaccarotella. Il poliziotto «ha sparato un colpo ad altezza d'uomo, questo è un dato di fatto - ha sottolineato Di Cicco -. Non so il motivo, ma è un atto imperdonabile: a meno che non sei minacciato, che non ti puntino la pistola addosso, non lo puoi fare».Commentando la testimonianza resa dall'agente indagato, Di Cicco ha confermato che Spaccarotella «ha dichiarato che è inciampato, ma non mi sembra che sia inciampato. Ha fatto qualcosa più grande di lui». Di Cicco ha poi detto che «per avere la perizia balistica serviranno 50-60 giorni».


L'agente: fatto accidentale. «È stato un fatto del tutto accidentale, l'agente nega di aver sparato direttamente, cioè mirando alla persona», ha dichiarato Molino riferendosi al colpo di pistola con cui l'agente in una stazione di servizio dell'autostrada vicino a Arezzo ha ucciso Gabriele. «Questo è quello che ho sentito dire da lui direttamente - ha aggiunto Molino - dei particolari non sono ancora a conoscenza». «Ci difenderemo a denti stretti, c'è qualcosa che non torna», ha continuato Molino che insieme a Giampiero Renzo difende l'agente della Polstrada. Ai giornalisti che gli chiedevano la versione dell'agente, l'avvocato Renzo spiega che Spaccarotella «ha rilasciato una testimonianza precisa sull'andamento dei fatti con una sola versione che non è mai stata cambiata». E cioè che il colpo è partito in maniera «accidentale», e che il poliziotto non ha «mai mirato alla persona». Comunque, sottolineano i due avvocati, «sarà un lavoro lungo e complesso», e «il dottor Ledda, titolare dell'inchiesta, dà grandi garanzie».«Noi siamo convinti dell'innocenza, almeno rispetto all'accusa più grave, del nostro assistito», sottolineato l'avvocato Renzo. Parlando con i giornalisti, il legale ha spiegato di avere elementi per dimostrare che non si tratta di omicidio volontario: «Lavoreremo per far emergere la verità, giustizia sarà fatta per tutti». Quindi commentando le indagini, il legale ha detto che si tratterà di «un'attività lunga e complessa con risvolti anche importanti».


Nuovi testimoni. Mercoledì, nel giorno dei funerali di Gabriele, gli investigatori avevano trovato la Mercedes che domenica era nell'area di servizio dove è stato ucciso il tifoso laziale. Uno degli occupanti si sarebbe presentato spontaneamente ed è stato ascoltato in Procura ad Arezzo. Ascoltati anche tre occupanti di una Clio che hanno assistito all'accaduto.



FORZA MAGGGGICA

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